mercoledì 27 agosto 2014

Jean Michel Jarre – Oxygène

Mi trovo seduto su una panca di fronte agli spogliatoi del campetto da calcio Antonio Alfonsi in via Luigi Stefanini a Padova.
Fa caldo e io ne soffro un po', non ci sono abituato.
Sto mangiando un panino e bevendo una birra in attesa dell'evento che mi ha portato qui stasera.
A breve infatti mi lascerò questo campo da calcio alle spalle per entrare in uno più grande: lo stadio Euganeo.
È il 26 Luglio 2013 e il concerto è quello di Roger Waters: The Wall Live.
Non sono solo ma siamo venuti in 4 per assistere a questo evento musicale e non c'è niente di meglio che condividere una emozione come questa con qualcuno che come te ama la musica.


No, non sto scrivendo il post sbagliato anche se così può sembrare.
Infatti prima, di diventare un tutt'uno con altri 40000 spettatori, c'è un momento solo mio che mi distoglie da questo evento e che mi serve per introdurre il post.


C'è una radio che vicino a me, vicino a quella panca e a quello spogliatoio, vicino a quelle persone in fila per un drink e un panino, vicino a quel campetto trasformato in parcheggio per il concerto.
Quella radio sta passando una canzone, o meglio una musica.
Non ci sono parole.
È un ricordo lontano, molto lontano, che va indietro nel tempo fino alle interminabili giornate d'estate.
Lontano come i pomeriggi passati a guardare Bim Bum Bam e ad ascoltare la radio mentre giocavo coi Lego.
Lontano e un po' offuscato dalla mia maturità musicale di oggi.
Tuttavia anche se lontano non voglio scacciarlo e anzi desidero che quelle 4 o 5 note che si ripetono al sintetizzatore tornino a far parte del mio IO di oggi.
Allora aspetto.
Aspetto la fine del brano e spero che il DJ, chiunque esso sia, dica il nome della canzone ma non accade.
Sfuma così il mio desiderio di ricollegarmi ad un pezzo del mio passato.


Tuttavia un paio di settimane dopo mi tornano in testa quelle note e decido, in maniera quasi infantile di provare a fare una cosa: cantarle.
L'idea rasenta l'idiozia ma forse può funzionare.
Con l'aiuto di una App per Android che si chiama Sound Hound voglio vedere se riesco a trovare chi si nasconde dietro a questo brano di cui non conosco ne nome ne artista.
Faccio partire il programma e mentre lui cerca di identificare una canzone nei suoni che riceve dal microfono del cellulare, io inizio a fare una serie di suoni nasali tipo uhm, uhm... cercando di seguire i tempi e le tonalità del pezzo musicale.
Insuccesso. Non trova nulla.
Non mi do per vinto ed ecco che a furia di insistere arrivano i primi risultati. Non centrano niente... Cantanti stranieri mai sentiti prima e la canzone comunque non ha niente a che fare con quello che io ho in testa.
Insito e per altre 3 volte niente.
Infine decido di scandire e accentuare di più il verso che faccio col naso.
Attendo i risultati e il secondo di essi, non so perché, ma mi ispira confidenza: Jean Michel Jarre – Oxygène Part IV.
Ho la sensazione che ci siamo e infatti come faccio play su You Tube ecco scoperto l'arcano!
Si tratta proprio del musicista francese.
Oxygène è un album di fama mondiale uscito nel 1976 e con al sua attivo ben 12 milioni di copie vendute.
12 milioni e una visto che l'ho comprato subito su Amazon.
La copertina è un cult per gli appassionati di musica.
Si vede il nostro pianeta con la crosta terrestre sollevata a scoprire un cranio.



Voglio sapere tutto e così leggo su Wikipedia.
Scopro che Jean è un piccolo talento avendo creato l'intero album che lo ha posizionato saldamente nell'Olimpo della musica in uno studio improvvisato in casa sua.
Non solo ma detiene anche il record nel Guinness dei Primati per aver avuto la più grande audience mai registrata in un concerto all'aperto con oltre un milione di spettatore a Place de La Concorde a Parigi nel 1979.
Inoltre l'album è ancor oggi l'album francese più venduto al mondo.
Sono felice della mia scoperta e devo ammettere che anche se questo tipo di musica non è stato in passato uno dei miei favoriti, con Jarre ho aperto un nuovo filone legato alla musica elettronica.



È inutile dirlo ma da una sera importante come quella del concerto di Roger Waters, non poteva che scaturire una connessione con qualcosa di decisamente buono.



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