Atlantide.
Il mitico continente sommerso citato da
Platone nei suoi
dialoghi.
Per secoli gli studiosi di tutto il
mondo hanno cercato di provare una volta per tutte l'esistenza o meno
di questa civiltà super avanzata scomparsa in un singolo giorno e
notte di disgrazia.
Fin da bambini tutti sapevamo che cosa
era Atlantide e grazie a fumetti, libri, film e quant'altro,
sognavamo di poterci andare.
Come possiamo infatti dimenticare il
Mistero
Della Pietra Azzurra che proprio sui successori di Atlantide
basava la sua storia?
Insomma l'idea di interagire con questo
grande mito affascinava grandi e piccini.
Inevitabilmente dove c'è domanda prima
o poi arriva anche l'offerta ed ecco che nel 1982, la neonata
softwarehouse Imagic
decide che il mito di Atlantide deve risorgere ed entrare nelle case
dei consumatori per donar loro ore di intrattenimento cercando allo
stesso tempo di farsi strada nel mercato ancora in fasce dei
videogiochi per console.
Il risultato finale è Atlantis,
il magnifico gioco per Intellivision con il quale ho cominciato
davvero ad assuefarmi ai videogiochi.
Non avrò avuto più di 4 o 5 anni
quando la fantomatica cartuccia arrivò a casa e ancora
ricorso a memoria le varie musichette.
Da quella iniziale a quella triste che
segnalava il fallimento della partita.
Atlantis era, come tutti i videogiochi
dell'epoca, semplice ma geniale.
Armati di due torrette poste su due
alture alle estremità dello schermo bisognava difendere la città
sottostante da attacchi di navicelle aliene che dapprima sorvolavano
la base senza attaccare ma successivamente, se non abbattute per
tempo, cominciavano ad attaccare con potenti armi a raggi le
strutture della vostra magnifica città, sterminando i vostri amati
cittadini!
In caso di emergenza era possibile
utilizzare pure un disco volante posto al centro della città sopra
un altopiano che, anche se potente, poteva volare solo per pochi
secondi prima di doversi rifornire.
Ore e ore a cercare di abbattere nemici
sempre più veloci e letali.
In realtà a quell'epoca poco importava
di arrivare alla fine del gioco.
Quello che era importante era il
divertimento nello scoprire quale forma avrebbero avuto le nuove
navicelle aliene e quanti punti si riusciva a strappare al gioco.
La bellezza e la ricercatezza dei
giochi dell'epoca è ben nota e come possiamo dimenticare le carte
che bisognava infilare sui comandi della Intellivision per
personalizzare i pulsati in base al gioco.
Anche Atlantis aveva la sua ovviamente.
Nell'era dei grandi robot meccanici
paladini dell'umanità,sempre presenti nei cartoni animati degli anni
70 e 80, prendere finalmente possesso di un arma creata per difendere
una città dalla minaccia di un nemico inarrestabile, era sicuramente
una droga ben studiata dalle case produttrici di videogiochi.
Assieme ad Astrosmash
(uscito solo l'anno prima) questo gioco è stato per me uno dei
migliori e ancora oggi quando passo ore al mio pc e fallisco in
qualche gioco di strategia vedendo la mia base annientata ripenso al
motivetto triste di Atlantis quando la mia città veniva spazzata
via.
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