Era davvero da un sacco di
tempo che non riuscivo a ritagliarmi un attimo per scrivere su uno
qualunque dei miei blog.
Impegni su impegni e la
ristrutturazione fai-da-te di alcune parti di casa mi hanno
allontanato non solo dai miei hobby ma anche dal mondo informatico.
E così mi son ritrovato
con un po di e-mail in arretrato a cui rispondere e tante cose da
condividere che si stanno accumulando.
E proprio una di queste
cosa da condividere è un film sul quale mi ero ripromesso di
scrivere parecchio tempo fa ma poi ho sempre posticipato o me ne son
sempre dimenticato poco dopo che mi tornava in mente distratto da
altre mille cose da fare.
Tuttavia, complice un
altro film visto di recente e sul quale poi scriverò, oggi ho deciso
di tagliare la testa al toro e aggiungere questa chicca alla mia
lista di film preferiti.
Il film in questione è
del 2013 e, se non ricordo male, ero andato al cinema con un amico
appassionato come me del mondo Marvel per vedere come se la cava
Wolverine in ruoli non d'azione.
Per Wolverine
ovviamente intendo l'attore australiano Hugh
Jackman che interpreta il personaggio degli X-Man già dal
lontano 2000.
Il film in questione, dove
Jackman sveste gli abiti di supereroe per mettersi quelli di semplice
cittadino, è Prisoners.
Sia io che il mio amico
all'inizio non eravamo molto convinti del film visto che Jackman fa
spesso ruoli d'azione e il regista Denis
Villeneuve all'epoca ci era totalmente sconosciuto.
Pertanto non sapevamo
davvero cosa aspettarci ma ci siamo comunque buttati e, senza
anticipare troppo, dirò che i soldi spesi per vederlo sul grande
schermo sono stati ben spesi.
Questo film, che definirei
un thriller fra i migliori visti negli ultimi anni, calza a pennello
sulla figura dell'attore originario di Sydney.
Il ruoli di padre la cui
figlia viene rapita in un tranquillo paesino americano è il contesto
perfetto poiché nonostante il dolore e lo sgomento per la scomparsa,
ben presto emerge una immagine ben definita di un uomo che non esista
a prendere in mano la situazione senza aspettare il normale
svolgimento degli eventi e, in questa estenuante ricerca per la
verità, il modo istintivo di agire di Jackman viene contrapposto con
la visione analitica dell'attore Jake
Gyllenhaal che interpreta il detective incaricato delle indagini.
I ritmi sono incalzanti e
lo spettatore si trova in situazioni in cui deve spesso scegliere se
quello che vede sia giusto o sbagliato in base a quello che ognuno di
noi farebbe nella medesima situazione.
Questo fa si che chiunque
guardi il film sia inchiodato alla poltrona fino all'ultimo minuto
del film spesso associandosi o distaccandosi da un comportamento che
pochi minuti prima giudicava corretto.
Nel complesso credo che
sia davvero un ottima prova di recitazione anche per gli altri attori
coinvolti tra cui spicca secondo me Terrence
Howard che interpreta un amico di Jackman, anche lui padre nonché
vicino di casa, il cui punto di vista , in un momento ben preciso del
film, mi sono trovato personalmente a condividere staccandomi dagli
altri due personaggi principali.
Il finale non posso
svelarlo perché rovinerebbe la sorpresa per chi volesse guardarlo ma
mi sento di dire una cosa ben precisa a riguardo.
Il regista è stato
sicuramente bravissimo a concludere il film nel modo in cui lo ha
concluso lasciando una sensazione ben precisa nel cuore dello
spettatore e nella quale sono sicuro chiunque si rispecchierà dopo
averlo visto.
Gli ultimi 10 secondi
prima dei titoli di coda lasciano davvero quella sensazione che si
prova come se al ristorante steste per concludere una deliziosa cena
con un gustosissimo dessert e non appena fate per assaggiarlo
scomparisse dalla tavola proprio mentre appoggiavate il cucchiaino
alle labbra al suo posto comparisse sul tavolo lo scontrino per
andare a pagare.
La votazione di IMDB
è un ragguardevole 8.1 e per Rotten
Tomatoes un altrettanto meritevole 82%.
L'opinione finale tocca
sempre e comunque a voi.
Buona visione!
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